domenica 14 aprile 2013

TCE 2013, la disfatta

 
Traversata dei Colli Euganei 2013 : oggi ho compiuto 90 anni !
Sì , sono diventato improvvisamente vecchio, perchè una quantità di problemi fisici come oggi , non l’ho mai avuta ed è riscontrabile solo nei reparti di geriatria. Ma di tutti gli ospiti messi assieme eh!
In ordine cronologico elenco i sintomi :
km 3 : gambe completamente vuote e prive di reattività
km 5 : male alle anche
km 7 : blocco intestinale
km 13 : mal di stomaco
km 21 : colpo di calore
km 25 : difficoltà respiratorie
km 35 : tachicardia
risultato : una disfatta totale, completa , indimenticabile .

Mi sono iscritto alla TCE (42km con disl 2000m+) dopo l’Ultrabericus : ammetto che non ho fatto allenamenti lunghi specifici, ma i soliti collinari con i ragazzi. A dir la verità ho anche interrotto gli allenamenti dei fine settimana per dedicarmi alla mia nuova passione : la bici a scatto fisso (praticamente una bici da pista, senza freni, senza ruota libera , quindi con le pedivelle solidali alla ruota. Una figata, anche se un po’ pericolosetta... ) .
Quindi sapevo di non essere nelle condizioni ideali per fare una corsa secondo i miei standard, ma l’intenzione era di fare una scampagnata allegra con paesaggi e panorami bellissimi . Perchè gli Euganei non li conosco, almeno non nei sentieri, e l’unica volta che ho provato ad andare a correrci ho preso una cotta memorabile. Appartengo ,infatti , alla sottospecie homus bericus, abituato a strappi brevi e violenti per superare i dislivelli berici, e poi corsa in quota con contenute variazioni .
Nell’ambiente “euganeus” invece si richiedono possenti polpacci per salire rampe lunghissime e mortali, nulla capacità di acclimatazione in quota perchè si scende immediatamente dalla cima appena conquistata, culo a forma di slitta per scendere dai sentieri infangati e sempre ripidissimi.
Perciò mi sono detto che se organizzano una gara (giunta alla 29° edizione !) frequentata non esclusivamente dagli homus euganeus, sicuramente non ci sarebbero state le rampe mortali. Primo errore !
L’amico Marietto, veterano della TCE, poi mi aveva detto che non ci sarebbe stato tanto posto per le auto, sicchè mi è venuta una di quelle idee geniali, che mi contraddistinguono dalla gente comune (=normale) e che causa commenti del tipo “tu sei un pazzo” o più spesso “te sì mona” , palesemente effetto di una genuina invidia. L’idea è stata : vado in bici ! Da casa mia sono circa 25 km, non poi tantissimi, sicchè bisogna aggiungere altre difficoltà : ci vado in scatto fisso ! Secondo errore.
La scelta del vestiario poi occupa una posizione di importanza fondamentale nella gestione di una corsa, e siccome fino a ieri è sempre stato freddo, anche oggi sono partito con una maglia termica a manica lunga. C’erano 25°C, ho sudato come un maiale all’equatore, gocciolavo come un mocio vileda, pensa che al traguardo l’uomo che mi ha prelevato il microcip dal pettorale ha esclamato “toh, il tuo è asciutto, tutti gli altri erano bagnati di sudore” ; per forza capo, gli ho risposto, è da due ore che ho evaporato tutti i liquidi! Quindi : terzo errore .
In ogni caso è stato un calvario, sapevo che alla fine ci sarebbe stato il suppostone della salita al Monte della Madonna (che poi di Madonne, in salita, ne avrò viste almeno tre) ; avrei dovuto risparmiare energie e conservarmi. Ma è stato inutile , già dalla prima salita ho sentito le gambe vuote; ho sperato che fosse colpa della tirata in bici (sono partito da casa alle 6.30 , ma avevo paura di essere in ritardo ed ho tirato un pò. La media dei 25km/h forse è troppa per arrivare freschi alla partenza di una gara di trail!) , ma dopo due ore non ho sentito segni di miglioramento ed ho capito che sarebbe stata un lunga giornata ! Impossibile arrivare integri alla rampa finale se arranchi già al dodicesimo chilometro. Alla fine mi sono messo l’animo in pace ed ho deciso che oggi avrei allenato lo spirito di sacrificio e l’abitudine alla sofferenza: davvero ho faticato come una bestia, poche altre volte ho ricordi di malessere così intenso!
Però il primo motivo che mi aveva spinto a correre la TCE è stato pienamente soddisfatto : i panorami ! Una giornata stupenda, una natura in esplosione primaverile, sentieri bellissimi, vedute panoramiche dai poggioli naturali più alti (ostia !) , rocce verticali, terra di colori ricchi e diversissimi ed il profilo dei colli di evidente forma vulcanica. Bellissimo. Bellissimo .
Per pareggiare però, devo anche rendere omaggio all’opera dell’uomo, ed infatti per una buona metà della gara ho ammirato il genio e la tecnica che sappiamo manifestare nelle nostre creazioni, la dedizione nella cura dei dettagli , l’impegno di rendere fruibili a tutti i ritrovati delle tecnologie più spinte : la punta delle scarpe ! per almeno tre ore il mio panorama è stato la punta delle scarpe, a testa bassa e denti stretti, neanche un quadro di Tintoretto l’ho guardato così tanto. Che triste !
Conclusione : 6h 22 , che disfatta !
Per fortuna all’arrivo ho trovato Marietto, che già durante la gara mi ha fatto coraggio ed all’arrivo mi ha rincuorato con un abbraccio ed un falsissimo “ho fatto fatica anch’io” .
In partenza poi ci siamo trovati con Albero barabausse e la Cinzia che mi hanno salutato ed augurato in bocca al lupo ! bravi ragazzi !
All’arrivo anche Nico e la Chiara che sono venuti a salutarmi, abbandonando gli amici in moto che salivano a Teolo per la sagra del gnocco; più evidente il dispiacere per la Chiara rispetto a Nico.
Tutti gli altri Amici erano impegnati a difendere i colori della societá
Erebus Orientamento Vicenza , alla prima prova di coppa Italia; molte volte ,
durante la giornata , il pensiero é andato a loro . Onore e gloria ragazzi!
Poi Lepre ha deciso che era una bella giornata, quindi ha preso la bici e mi ha accompagnato sulla via del ritorno, fino alla tappa birra di Montegalda !
Comunque per tornare a casa ci ho messo almeno due ore e mezza ! Che idea geniale andare in bici!

2 commenti:

Anonimo ha detto...

Manca una "i"!

Cosimo ha detto...

succede